Divisione Stampa e Informazione

COMUNICATO STAMPA N. 37/02

25 aprile 2002

Sentenza della Corte di giustizia nella causa C-396/00

Commissione/Italia

LA CORTE DI GIUSTIZIA DICHIARA CHE L'ITALIA E' VENUTA MENO AGLI OBBLIGHI DERIVANTI DALLA DIRETTIVA SULLE ACQUE REFLUE URBANE PER IL FATTO CHE GLI SCARICHI DI MILANO SONO RIVERSATI IN AREE SENSIBILI SENZA ESSERE SOTTOPOSTI A TRATTAMENTI SPECIFICI

La direttiva del 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane riguarda la protezione dell'ambiente dalle ripercussioni negative provocate da tali acque. Essa aveva incaricato gli Stati membri di realizzare, al più tardi entro il 31 dicembre 1998, sistemi di raccolta per gli scarichi di acque reflue urbane in «aree sensibili» affinché questi ultimi fossero sottoposti ad un trattamento più spinto.

Il decreto legislativo italiano n. 152 del 1999 individua come aree sensibili in particolare il delta del Po e le aree costiere dell'Adriatico nordoccidentale, dalla foce dell'Adige a Pesaro, e i corsi d'acqua ad essi afferenti per un tratto di 10 km dalla linea di costa.

La città di Milano non dispone di un impianto di depurazione e gli scarichi di 2,7 milioni di abitanti si riversano, senza previo trattamento, nel sistema fluviale Lambro-Olona e, successivamente, nel Po, il quale sfocia in una zona molto inquinata dell'Adriatico, soggetta a eutrofizzazione. Una dichiarazione di stato d'emergenza è stata chiesta dal governo italiano, al fine di poter adottare una procedura semplificata per la rapida realizzazione dei tre impianti depurativi previsti per la città di Milano.

Secondo la Commissione, tutte le acque reflue urbane pervenienti - direttamente o indirettamente - in aree sensibili dovevano, entro e non oltre il 31 dicembre 1998, essere depurate mediante sottoposizione ad un trattamento più spinto.

Per contro, il governo italiano ha sostenuto che la città di Milano non rientra in nessuna delle aree sensibili identificate direttamente dal decreto o designate dalla Regione Lombardia.

Nella sua sentenza odierna, la Corte di giustizia dichiara che è indifferente, in proposito, che tali acque reflue si riversino direttamente o indirettamente in un'area sensibile: infatti, la direttiva non fa alcuna distinzione a seconda che gli scarichi in un'area sensibile siano diretti o indiretti.

La Corte di giustizia si basa sul Trattato CE, che dispone che la politica della Comunità in materia ambientale miri ad un elevato livello di tutela, e sulla finalità della direttiva, che è quella di proteggere l'ambiente: tale finalità sarebbe compromessa qualora le sole acque reflue che si riversano direttamente in un'area sensibile fossero sottoposte ad un trattamento più spinto.



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Lingue disponibili: francese, italiano, inglese, tedesco.

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verso le ore 15 di oggi.

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