Sentenza della Corte nella causa C-3/00
Una direttiva quadro del Consiglio del 1988 sugli additivi alimentari prevede che questi, per
poter essere inseriti nell'elenco degli additivi autorizzati, devono essere indispensabili per il
conseguimento dell'obiettivo ricercato e non devono presentare alcun pericolo per la salute.
Qualora sussistano dubbi sulla pericolosità di uno di tali additivi, occorre consultare il comitato
scientifico per l'alimentazione umana (CSA). Una direttiva del 1995 verte sugli additivi
alimentari diversi dai coloranti e dagli edulcoranti. Al momento dell'adozione, la Danimarca
aveva votato contro la direttiva per il fatto che essa non rispondeva ai requisiti sanitari relativi
in particolare ai nitriti, ai nitrati e ai solfiti.
I solfiti sono conservanti impiegati in particolare nel vino, nella confettura, nei dolci e nella frutta
essiccata che, in grande quantità, possono provocare lesioni all'apparato digerente e provocare
forti reazioni allergiche nei soggetti asmatici.
I nitriti e i nitrati hanno anche un effetto conservante e sono utilizzati in particolare nei prodotti
a base di carne. Essi inibiscono lo sviluppo dei batteri come il clostridium botulinum,
responsabile del botulismo, e sono riconosciuti come sostanze cancerogene.
La Danimarca ha chiesto l'autorizzazione al mantenimento delle sue disposizioni relative a tali
additivi. Nel 1999 la Commissione ha deciso di non autorizzare tali disposizioni nazionali,considerandole sproporzionate rispetto all'obiettivo della tutela della salute pubblica. La
Danimarca ha quindi chiesto alla Corte l'annullamento di quella decisione.
La Corte ricorda innanzi tutto che il Trattato CE ha previsto misure di armonizzazione per la
realizzazione del mercato interno. In tale contesto il Trattato ha previsto altresì una procedura
di approvazione delle disposizioni nazionali derogatorie, operando una distinzione tra le
disposizioni nazionali preesistenti e quelle nuove. Le prime possono essere giustificate se sono
fondate sulle esigenze di cui all'art. 30 CE o se sono relative alla protezione dell'ambiente di
lavoro o dell'ambiente, essendo già note al legislatore comunitario al momento dell'adozione
delle misure di armonizzazione. Al contrario, lo Stato membro che voglia adottare disposizioni
nazionali successivamente all'armonizzazione deve apportare nuove prove scientifiche e
dimostrare l'esistenza di un problema specifico allo Stato membro interessato insorto dopo
l'adozione della misura di armonizzazione.
La Corte constata, poi, che il mantenimento delle disposizioni nazionali controverse non è stato
considerato come fondato su un problema specifico della Danimarca o su prove scientifiche
nuove. Tuttavia, la Corte rileva che lo Stato membro che chiede il mantenimento delle
disposizioni nazionali derogatorie può affermare di valutare il rischio per la salute pubblica
diversamente dal legislatore comunitario. Data l'incertezza insita nella valutazione dei rischi
per la salute pubblica, posso essere effettuate valutazioni divergenti, senza che esse siano
necessariamente fondate su dati scientifici differenti o nuovi. Secondo la Corte, uno Stato
membro può chiedere il mantenimento di disposizioni nazionali preesistenti e derogatorie
sulla base di una valutazione del rischio per la salute differente da quella accettata dal
legislatore comunitario nel momento dell'adozione della misura di armonizzazione. Spetta
allo Stato membro provare che le disposizioni nazionali derogatorie garantiscono un livello di
protezione della sanità pubblica più elevato della misura comunitaria e non vanno al di là di
quanto è necessario per raggiungere tale obiettivo.
Nell'esaminare le misure comunitarie di armonizzazione dei solfiti, la Corte afferma che esse
appaiono sufficienti alla luce di un parere del CSA del 1994 e che la decisione della
Commissione che non autorizza il regime danese più restrittivo non comporta alcun errore di
fatto o di valutazione.
Tuttavia, per quanto riguarda i nitriti e i nitrati, la Corte constata che la decisione della
Commissione non ha preso sufficientemente in considerazione il parere del 1995 che aveva
messo in discussione le quantità massime di nitrati fissate dalla direttiva del 1995.
La Corte afferma, quindi, che la decisione della Commissione, omettendo di prendere in
considerazione il detto parere al fine di valutare le disposizioni danesi sui nitriti e sui nitrati, è
illegittima e deve essere annullata.
Lingue disponibili: FR, EN, DA, DE, ES, IT, GR Per il testo integrale della sentenza consultare la nostra pagina Internet www.curia.eu.int verso le ore 15 di oggi. Per maggiori informazioni rivolgersi alla dott.ssa E. Cigna tel. (352) 43 03 25 82 fax (352) 43 03 26 74
|